Questo mese ce l’ho fatta. O meglio, non sono andata in aceto come il mese scorso, non ho fatto le corse, non ho fatto casini con la programmazione dei post. Sto mese ci sono riuscita.
Ho imbarcato la novemesenne col papà in una assolata domenica di febbraio.
Ho comprato una verza. Io. Che le verze mi fanno schifo.
Ho comprato pesce e l’ho spinato. Io. Che quando compro e cucino pesce sto parlando al massimo di filetti di merluzzo surgelati per la nana, quando in freezer non ho altro da darle.
Ho fatto la pasta dello strudel. Io. Che ho sempre usato la sfoglia della famosa marca del banco frigo.
Insomma, una sfida delle prime volte.
E mi sono inventata una salsina che levati proprio. Con una mezza pera avanzata dalla merendina della nana.
Insomma, mi tocca dire che sto giro Mari mi ha fatto veramente sbarellare.
Per me lo strudel è sempre stato quello della nonna, con la pasta matta tirata sottile sottile, con il burro fuso e il pan grattato tostato con la cannella, con le mele e le uvette e a volte i pinoli, con la marmellata di albicocche sciolta sopra, a far la crosticina.
Devo ammetterlo. Ci ho provato.
Una ciofeca.
Non solo brutto da fotografare, ma proprio una schifezza anche di gusto. Maccome, mele cannella uvette burro e pangrattato. Gli ingredienti son sempre quelli, e perché è venuto una porcheria?
Non so, ma tant’è. E quindi, cosa ci inventiamo stavolta? Avevo pensato ad uno strudel con le mele e i mirtilli, ma al supermercato erano finiti.
E quindi?
E quindi abbiamo bisogno di rivoluzione, in questi giorni. Cambiamenti. Lasciamo la strada vecchia per la nuova. E allora buttiamoci anche sullo strudel salato, che non ho mai fatto ma magari mi riesce meglio. E non so come mi sia venuta l’idea della verza, che odio, con il salmone, che amo. Sarà che il fruttivendolo aveva queste verzette piccine picciò, del suo orto. Belle eran belle, per carità e parevano quasi buone. E allora diamogliela una possibilità a ste verzine belle!
Et voilà!
Strudel di salmone e verza
Ingredienti:
150 g di farina
60 ml di acqua calda
sale
olio
Per il ripieno:
400 g di salmone in tranci
una verza piccola
mezzo bicchiere di birra
burro
pan grattato
Per la salsa:
senape
senape a l’ancienne
pera
Preparazione:
Preparate la pasta per lo strudel come spiega benissimo Mari. Io ho usato un po’ più di acqua dei 50 ml previsti, la mia farina assorbiva molto.
In una ciotola versate la farina setacciata, un cucchiaino scarso di sale, un cucchiaio d’olio e versate poi a filo l’acqua calda, amalgamando prima con una forchetta e poi impastando con le mani finché l’impasto non è liscio. Mettete la pasta a riposare avvolta nella pellicola, per circa mezz’ora.
Nel frattempo preparate il ripieno: lavate e mondate la verza, tagliatela a striscioline,togliete la pelle e tutte le spine al salmone e tagliatelo a pezzetti di circa un centimetro. In una padella fate scaldare un cucchiaio d’olio e versate verze e salmone, fate rosolare brevemente e fate sfumare con mezzo bicchiere di birra, regolate di sale e pepe. Cuocere a fuoco vivo per 5 minuti, mescolando di continuo.
Ora prendete la pasta, appiattitela con le mani e iniziate a tirarla col mattarello cercando di fare un quadrato quanto più regolare possibile. Fate sciogliere una noce di burro e spennellatelo sulla pasta, cospargete di pan grattato. Mettete ora il ripieno lasciando circa 3 cm sui bordi, che ripiegherete su loro stessi. Arrotolate lo strudel ed avvolgetelo in un canovaccio bianco, chiudetelo come fosse una caramella con due spaghi ai bordi. Mettete sul fuoco una pentola che possa contenere lo strudel comodamente piena di acqua, a bollire; quando prende il bollore mettete dentro delicatamente lo strudel e fatelo cuocere una mezz’ora, girandolo di tanto in tanto.
Nel frattempo preparate la salsa. Grattuggiate in una ciotolina la mezza pera, poi passatela al colino per separare la polpa dal succo. Mescolate la polpa con un cucchiaio di senape e un cucchiaino di senape a l’ancienne.
Servite lo strudel tagliato a fettine, con un filo di burro fuso sopra e la salsa a parte.
Tenetelo lontano dalla novemesenne. Si è sbafata pure la salsa di senape. Adora verze e salmone, figuriamoci sto ben di Dio…. 🙂
Con questa ricetta partecipo all’MT di febbraio.
mari ►☼◄ lasagnapazza says
Cara Isaetta, ma che bellissima ricetta ti è uscita alla fine… vedi, a volte bisogna attraversare un certo percorso per raggiungere dei risultati che ci soddisfino. E allora pazienza se la versione dolce non ti è riuscita, perchè questa salata con verza (che adoro) e salmone (che straadoro) è davvero convincente. E poi ti sei inventata una salsetta come accompagnamento, con quell'agrodolce e il sapore della senape, che ci sta davvero bene con tutto il resto. Bravissima e grazie per questa tua ricetta.
Mari
lamiacucinarossa says
Grazie a te, per aver proposto lo strudel, che in versione salata è stata un'autentica scoperta, e per la pazienza e la gentilezza nel commentare ogni ricetta!
daniela ferri says
Adoro l'idea della verza piccina.picciò del tuo verduraio….immagino la croccante tenerezza delle foglie… e il sapore unito al salmone e alla salsa di senape! Grande Isaetta, ottima prova che ti avrà certo fatto superare la delusione per il dolce non perfetto! Insomma una prova super 🙂
lamiacucinarossa says
In effetti il mio verduraio spacca! la verza, alla fine, non era neanche male!
Antonella says
stupenda versione!!! La verza che non se la fila nessuno per la puzza e il sapore forte che ha…ha fatto proprio una bellissima fine!!!! Bravissima
lamiacucinarossa says
In effetti, la verzina piccina picciò ci stava proprio bene, grazie!