Ci sono bimbe da tirar su, vacanze da fare, concerti in cui prendersi tutta l’acqua del mondo e poi, quando smette il diluvio, scendere sul prato a cantare a squarciagola “questo è l’ombelico del mondo e noi stiamo già ballando”, come quando avevo 18 anni.
Ci sono pannolini da cambiare, risate in cui perdersi, baci sbavosi per cui sbrodolarsi, occhi che ti guardano innamorati e una bocca che cerca avida la tetta.
E ci sono rigurgiti su magliette nuove, occhi pieni di scoperte, il primo bagnetto in mare, la smorfia di disgusto con l’acqua salata, il sole in spiaggia, l’antipatia per il cappellino e l’amore folle per i costumini senza pannolino.
E ci sono birre da bere gelate, gelati rinfrescanti, ore al sole come lucertole, con tata affidata alle cure amorevoli di papà-nonna-zia e cuginetta, ben felici di spupazzarla per un’ora.
E ci sono amici, risate, baci salati, whatsapp dall’altra parte dell’oceano o anche dall’altra parte del letto.
Ci sono marmellate da fare, conserve per il freddo inverno, liquori, composte, che qui abbiamo intenzione di iniziare lo svezzamento prestino, che il primo dente già si vede.
E ci son crostate, paste fredde, filetti sanguinolenti, vinelli gelati da bere in calici sbeccati.
È l’indolenza dell’estate, di un’estate senza orari, senza lavoro, con le giornate segnate dai ritmi di una bimbetta di due mesi, che dorme di notte (grazie Signore grazie), di giorno è sveglia come un grillo, e non crolla neanche a cannonate, adora uscire a far l’aperitivo, adora la musica, il casino e si addormenta ai matrimoni sotto le casse a palla.
È l’estate delle scoperte, delle conquiste, delle meraviglie.
È l’estate dei piatti veloci, delle insalate sfiziose, dei piatti che di preparano con una mano, che nell’altra si regge una tata di quasi 5 kg e mezzo.
È l’estate delle verdure grigliate allattando, delle uscite a mezzogiorno e mezzo, sotto il sole rovente che tata adora, solo per andare a comprare il giovedì mattina al mercato la rucola croccantina e le pesche profumate dal nostro amico, e le bufale che sanno di bufala dal casolino li vicino.
E questa è la non ricetta che vi propongo oggi, un’insalatina veloce veloce, in una ciotola una bella manciata di rucola, se trovate quella selvaggia, dal gusto ancora più pungente è meglio, una bufala tirata fuori dal frigo almeno mezz’ora prima e poi sfilacciata con le mani, una pesca sbucciata (o una nocepesca) tagliata a spicchi, un cucchiaio di pinoli tostato in padella, un giro d’olivo buono, qualche goccia di aceto balsamico serio (ecco, investite due lire, che un balsamico degno di questo nome nobilita qualsiasi cosa, è un investimento!), una grattatina di sale affumicato. E voilà, il pranzo è servito.
Anche con una mano!
Anche con una mano!
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