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Dell’erba voglio che non nasce neanche nel giardino del re. E degli scones.

La prima cosa che voglio fare appena partorito è mangiare una valanga di carne cruda. E bere un mojito. Sono in assoluto le due cose che mi mancano di più. Sappiatelo, in ospedale, non fiori ma opere di bene. Il mio macellaio, quando il marito è andato a comprare carnazza per gli hamburger del mio compleanno, gli ha dato la disponibilità 24/7 di prepararmi la tartare. In ospedale voglio tre etti di carne cruda, condita con olio, sale, pepe, due goccie di limone, una di Worchester, un tuorlo crudo, erba cipollina in quantità. Con uno sfilatino e un mojito, grazie. Che è dalla colazione della mattina di Pasqua che ne ho voglia. Tanto zucchero 
Poi voglio tornare a vedermi i piedi, e a mettermi lo smalto non alla cieca. Smalto fucsia, grazie, il mio della Essie che quello che mi ha messo l’estetista non mi piace mica tanto.
Poi voglio mettermi un pigiama da cristiana, non dormire in mutande e con le magliette di marito, che per carità, carucce, ma non troppo femminili.
Poi voglio infilarmi un paio di jeans. A Barcellona l’estate scorsa ne avevo comprato un paio fighissimi, a zampa, superscuri, messi tre volte. Ci devo rientrare in fretta.
E voglio tornare a mangiare insalata, sogno una cofana di valeriana, cappuccio, rucola e carote. E voglio il tiramisù di mio cognato. E farmi l’ovetto sbattuto a colazione. 
E voglio mettermi un paio di tacchi.
E voglio tornare a dormire a pancia in giù!
E vorrei (notate l’uso del vorrei anziché del voglio :-)) smettere di sfondarmi di gelato con la scusa del tanto sono incinta.. 
E già che ci siamo voglio un etto di crudo. Di Parma, ovviamente, che l’jamon che girava per casa di nascosto me lo sono mangiato. 
E voglio andare al mare. Che di Bassano ne avrei le palle piene. Il ponte del 2 giugno noi ci si trasferisce al mare, che tata avrà bisogno di una mamma col sorriso. Quindi, armi e bagagli e ci trasferiamo a Jesolo. E il papà farà come tutti i papà del mondo, prenderà la macchina e ogni tanto verrà infrasettimanale a farci compagnia. E se la nonna si vuole aggregare, ben venga. E se la zia Otta continua a dare la sua disponibilità, una zia fa sempre comodo. 
E poi voglio organizzare le vacanze, che una settimana a fine agosto non ce la toglie nessuno, tata in spalla e via! 
E poi sono dannatamente curiosa di conoscere questa intrusina a cui sto fornendo l’all inclusive da 39+1 settimane, con la certezza che ha preso la mia bocca, con la speranza che abbia preso gli occhi del papà, con la sicurezza che sarà una gran gnocca. Sdentata, ma gnocca. 🙂 Testa dura come la mamma e speriamo diplomatica come il papà. Furbetta ma non troppo. Follemente innamorata della vita, delle risate, del mondo e del relax. E che sia innamorata del relax lo si è già capito, visto la flemma che ci mette ad arrivare.
E quindi, la ricettina di oggi. Una coccola per colazione, per una volta che mi sono svegliata fresca e risposata, prima di marito, che di solito mi prepara i pancakes. Il mio grande classico. Gli scones. Paninetti dalla lievitazione istantanea che si tagliano a metà e si farciscono di clotted cream (ma va benissimo il burro) e marmellata. Meglio se di fragole. Meglio se fatta il giorno prima. Ma questa sarà un’altra ricetta… Enjoy!!!!
La ricetta è copiata paro-paro dalla buona vecchia Nigella, in Delizie divine. Dopo mille versioni questa è in assoluto la migliore. E marito, mi dispiace che tu preferisca gli scones con le uvette, sono un’aberrazione. In questa casa solo scones senza nulla. 🙂
Scones
Ingredienti (12-14 scones)
500 g di farina
1 cucchiaino di sale
2 cucchiaini di bicarbonato di sodio e 4 cucchiaini e 1/2  di cremor tartaro (in alternativa due cucchiaini e mezzo di lievito per dolci)
75 g di burro freddo a cubetti
300 ml di latte fresco intero
1 uovo grande sbattuto per spennellare
Scaldate il forno a 220° gradi.
In una ciotola setacciate farina, sale e bicarbonato+cremor tartaro, oppure il lievito. Aggiungete il burro e lavorate con la punta delle dita come per sbriciolare il burro. Mettete il latte e mescolate brevemente. Rovesciate l’impasto sul piano di lavoro infarinato, fate con le mani una palla, stendetela col mattarello ad un’altezza di circa 3 cm, tagliate con un coppapasta tondo gli scones eventualmente reimpastando e ritirando gli avanzi. Posizionateli su una teglia da pizza, abbastanza vicini tra loro in modo che lievitando arrivino a toccarsi, poi spennellateli con tuorlo d’uovo sbattuto ed infornateli.
Cuoceteli per 10 minuti a 220° gradi, finché diventano gonfi e
dorati. Si mangiano caldi, spezzati a metà e farciti con burro e marmellata. Quelli che avanzano si scaldano il giorno dopo in microonde!
Elisabetta Gavasso:
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