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La verdadera fideuà de un valenciano, per l’MTC

Tocca ammettere che è una vita che non partecipo all’ MTchallenge

L’ultimo fatto è stato quello di luglio, con il gelato. Poi, un po’ la pausa estiva, un po’ l’inizio della gravidanza con tutte le sue nausee, poi la pressione bassa, gli svenimenti, la voglia di cucinare pari a zero, la stanchezza, ecco, l’MT, così come il blog, sono passati in secondo piano. Beh, forse anche terzo. 
Non che adesso sia proprio un fiore, la panza c’è e si vede tutta quanta, sono sempre più stanca, ma la ricetta di questo mese non poteva certo sfuggirmi.
La ricetta è quella della Mai, la fideuà.
E per tutti quelli che ogni tanto passano di qua sanno quanto adori la Spagna, quanto ci sia legata. E non ho mai fatto mistero che tra paella e fideuà, non c’è storia: vince sempre la fideuà.
E poi, aggiungete che a casa avevo paella (il tegame) e colorante, e il marito andava a Valencia per l’addio al celibato di suo fratello, quindi, tesoro, lasciami pure a casa incinta e prossima al parto, mentre tu vai a divertirti (vabbè, un po’ di teatralità non fa male) ma almeno renditi utile, portami un bel regalo. Non magliette di Custo, non orecchini che si trovano solo al Corte Ingles, ma i fideos. Un giro veloce in un qualsiasi supermercato e la moglie a casa è felice.
Ecco, non è stato semplicissimo far capire al marito, con il tasso alcolico costantemente alto, cosa fossero, e dove potesse trovare, i fideos, ma alla fine ce l’ho fatta. Mettiamola così, nonostante le milllllle birre mi andata bene, è arrivato esattamente quello che avevo chiesto. 🙂
La ricetta? Ho fatto di testa mia, come sempre. Ho rivisitato la ricetta perfetta della paella, frutto di una vecchia mail di circa otto anni fa. È una ricetta che viene da Valencia, la ricetta perfetta, fatta mille e mille volte. E’ un po’ diversa dalla ricetta della sfida, ma io, che sia mai che seguo una cosa alla lettera, ho fatto di testa mia. La paella si fa tostando il riso aggiungendo il brodo tutto in una volta, non toccandola mai. Si tocca il riso ma solo per vedere se è cotto, ma non si mescola. Mai. E lo stesso ho fatto io per la fideuà. Mai girata, mai toccata. 
Non ho utilizzato i pomodori freschi, ho utilizzato la passata fatta quest’estate, quando ancora non sapevo di essere incinta e ne avevo fatto 40 chili. Tutta ancora in cantina. 
Non ho messo nemmeno l’aglio, perché avevo a cena la futura cognata, che è allergica. 
Per quanto riguarda la salsa, ho fatto un ali-oli con una ricetta di Cordoba, da un libro di ricette spagnole (La comida de mama), ma visto che veniva un pochino troppo morbida l’ho inspessita con un po’ di maionese del supermercato: tra le rinunce della gravidanza, le uova crude. E alle otto e mezza di sera mettermi a fare la maio con le uova pastorizzate, anche no. 

Bene, se non si era capito con questa ricetta partecipo all’MT di marzo!

Per il caldo:
tre triglie
una cipolla
una carota
una costa di sedano
teste e bucce delle mazzancolle
sale grosso, pepe nero
Per la fideuà:
100 g di fagiolini
due carciofi
un peperone rosso
tre cucchiai di conserva di pomodoro
quattro scampi
tre etti di polipetti
tre etti di anelli di calamaro
tre etti di mazzancolle
mezzo chilo di fideos
colorante
pimenton dolce
sale
Per la ali-oli:
quattro spicchi d’aglio
una tazzina da caffè di latte
una tazzina da caffè di olio di semi
un cucchiaino di aceto bianco
sale
un cucchiaino di maionese pronta
Per prima cosa preparate il brodo. In una pentola alta mettete le triglie eviscerate, una cipolla sbucciata, una carota tagliata a tocchi, la costa di sedano, le teste e le bucce delle mazzancolle, un pugnetto di sale e due grani di pepe nero. Fate bollire a fuoco dolce per circa 40 minuti, schiumandolo se necessario. Poi filtrate il brodo e tenerlo da parte. 

Adesso è ora della salsa. Nel bicchiere del minipimer mettete gli spicchi d’aglio tagliati a metà e privati dell’anima verde, l’olio, il latte, l’aceto, il sale. Fate andare il minipimer senza muoverlo, finchè non è tutto amalgamato. Fate riposare una mezz’oretta, si rassoderà un pochino, poi all’occorrenza aggiungete un’idea di maionese.

Preparate tutta la verdura e tutto il pesce. Fate a listarelle i peperoni, a ottavi i carciofi, a metà i fagiolini. Sbollentate in acqua salata i carciofi e i fagiolini per circa tre o quattro minuti. Poi scolateli e versateli in acqua ghiacciata in modo che rimangano di un bel colore verde vivo. Tagliate a metà gli anelli di calamaro, i polipetti, pulite bene le mazzancolle togliendo il filetto, sciacquate gli scampi.
Prendete la paella o in alternativa una padella dei bordi abbastanza alti, e versare nel mezzo dell’olio extravergine d’oliva, in modo che rimangono circa quattro dita dal bordo senza olio. Versate in questo anello il sale fino. Mettetela sul fuoco e fate scaldare l’olio a fuoco vivace. Quando inizia a sfrigolare è ora di versare al centro le verdure a rosolare, una alla volta.
Io ho iniziato con i peperoni, quando erano rosolati li ho spostati all’esterno dell’olio nel sale, ho aggiunto i fagiolini e i carciofi, ho fatto rosolare ben bene. Poi, tutto ai bordi. Nella foto qui sotto si capisce meglio!

Poi è stata la volta di calamari, poi delle seppioline, per ultimo delle mazzancolle. Ovviamente man mano che rosolate il pesce, una volta che è pronto si sposta ai bordi, insieme con le verdure. Una volta che è tutto rosolato, aggiungete un cucchiaino di pimenton dolce, mescolate, per ultimo aggiungete la passata di pomodoro. Per ultimissimo, il colorante alimentare. 
Adesso è ora di tostare la pasta, come si farebbe per un normale risotto: versatela nel sughetto al centro, lasciate tostare ben bene, poi aggiungete il brodo.

Io ne ho messo 4 mestoli. A questo punto ho unito gli scampi. Io poi, come fatto per la paella, non ho più mescolato. Man mano che vedevo che il brodo si consumava, ne aggiungevo dell’altro fino a che la pasta non si è cotta. Mi ci sono voluti circa una decina di minuti di cottura. Una volta che la pasta era pronta, si spegne fuoco e si lascia riposare qualche minuto. Ho guarnito con due mezzi limoni, con la sua salsa a lato, e una San Miguel gelata. 

Ovviamente, al momento di fare le foto la mia digitale era scarica. E non trovavo il caricabatterie. E la digitale della cognata troppo complicata per me. Quindi, iphone. Lo so, le foto fanno più schifo del solito, ma sono incinta, mi perdonate?? :-))))

Elisabetta Gavasso:
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