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Tagliolini San Daniele per il contest del mulino Grassi

 

Per me pasta fresca sa di domeniche mattine in cucina con papà, ad impastare, sporcarsi le mani con le uova e la farina, tirare la pasta col mattarellino, poi a passarla nella nonna papera, chiudendo sempre di
più. E poi vedere i nidi di tagliatelle sul canovaccio pulito, assaggiarle di nascosto, aspettare che cuocesse il ragù..
Sarà per questo che ogni volta che esco a cena, se c’è un piatto di pasta fresca è molto facile che la prenda.
E così, ogni volta che sono in montagna, nel localino dove vado spesso (o meglio, andavo spesso prima dell’avvento della piccola unna) per aperitivi, cene e dopocene più o meno etiliche, prendo sempre i tagliolini San Daniele. Pasta fresca all’uovo condita con panna, listarelle di prosciutto crudo e semi di papavero. Abbondante grana sopra, un giro di pepe e sono una bomba. Sono capacissima di mangiarne due porzioni e pensare se ordinare la terza. Li adoro.
E così, quando ho aperto il pacco del Mulino Grassi, non ho avuto dubbi. Tagliolini San Daniele.
Null’altro.
Voilà.
La farina più profumata del mondo. I tagliolini lasciati un po’ grossi, come piace a me, per una pasta rustica, con un condimento che si fa da solo. Buoni, buoni, buoni. La pasta più buona che io abbia mai fatto.
Con queste dosi vengono 4 porzioni molto abbondanti, ma vedrete che non ne avanzerà!
Con questa ricetta partecipo al contest del Molino Grassi  Impastando si Impara, Blogger love qb
Tagliolini San Daniele (come li fanno all’LP46 di Cortina)
3 uova
300 g di semola knonos del mulino Grassi
200 ml di panna
150 g di crudo San Daniele 18 mesi tagliato grosso (son 3 fette)
2 cucchiai di semi di papavero
100 g di grana padano grattugiato
pepe bianco
Disponete su un piano di lavoro la farina a fontana, rompete le uova nel mezzo e cominciate ad impastare incorporando poco per volta la farina dal bordo verso l’esterno.
Impastate bene e quando avrete ottenuto una palla liscia,  avvolgetela nella pellicola e fatela riposare almeno mezz’ora.
Finché riposa, tagliate a listarelle il prosciutto senza togliere il grasso (ERESIA!) e tenetelo da parte.
Riprendete la pasta, rilavoratela brevemente con le mani ed iniziate a stenderla. Io ho usato la sfogliatrice, l’ho tenuta abbastanza grossa (ero a metà tacche) e poi ho fatto i tagliolini.
Se vi armate di mattarello tenete la sfoglia piuttosto grossa e ruvida, lavorando sempre con la spianatoia infarinata.
Arrotolate la pasta su se stessa e tagliatela per formare i tagliolini ad una distanza di due millimetri.
Cuocete in abbondante acqua salata per tre-quattro minuti.
Nel frattempo, in una padella grande fate scaldare la panna fresca col prosciutto.
Non scolate la pasta, ma tiratela su con un mestolo forato, e versatela subito nella padella, lasciando un po’ della sua acqua di cottura. Spadellate bene finché la cremina si riduce un po’ (non troppo, che poi si secca), aggiungete il grana grattato, i semi di papavero e un giro di pepe. Servite subito.
Elisabetta Gavasso:
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