Una quindicina di giorni fa sono stata invitata a partecipare ad blogtour nel trevigiano, organizzato da Marca Treviso e dallo staff di Zetagroup, in collaborazione con Ortoromi e Consorzio del Radicchio di Treviso e Variegato di Castelfranco IGP.
Metti insieme 10 (anzi, purtroppo alla fine solo 9, brutta cosa le malattie delle creature..) foodblogger di iFood, un’organizzazione super dettagliata, un po’ di cultura, taanto buon cibo, del buon vino, tante risate, tanti stivali sporchi di terra e pure i tacchi alti per la serata di gala. Un weekend nella marca trevigiana, tra campi gelati di radicchio e bellezze architettoniche. E cibo. E birra. E musei aperti in anteprima per noi. Vi lascio qualche numero e qualche foto (delle 658 che ho fatto..)
CINQUANTATRE. Come i chilometri che mi separano dalla Pescheria, un isolotto fluviale del centro storico di Treviso, lambita dal Cagnan Grando, che ospita il mercato del pesce cittadino.
MILLACINQUECENTOSESSANTASETTE. Come l’anno in cui Dominikos Theotocopulos, detto El Greco, prende la sua valigina e lascia Creta, dove è nato, per Venezia, città in cui si trasformò da iconografo ortodosso in un artista innovativo e rivoluzionario.
Casa del Carraresi, in centro a Treviso, ospita questa mostra monografica. Un percorso di opere prodotte dall’artista, soprattutto durante la sua permanenza nel nostro Paese, e dai grandi maestri che hanno influenzato il suo lavoro tra cui Tiziano, Tintoretto, Correggio, Jacopo Bassano. Mica bagigi. Tant’è che un Pinco Pallo qualunque, che di nome faceva Pablo Picasso, di lui dice “il Cubismo ha origini spagnole ed io sono il suo inventore. Dobbiamo cercare le influenze spagnole in Cézanne e osservare l’influenza di El Greco nella sua opera. Nessun pittore veneziano eccetto El Greco realizzava costruzioni cubiste.”
Mica pizza e fichi, e la mostra rimane aperta fino al 10 aprile 2016.
Per info, http://www.elgrecotreviso.it
DODICI. Come gli anni in cui è rimasto chiuso per restauro il museo Bailo, riaperto da neanche un mese e mezzo in Borgo Cavour, 24, a Treviso. E’ la sede della prestigiosa collezione di arte moderna, che ha come fulcro la raccolta di opere di Arturo Martini. E poi, non è meraviglioso vedere un museo rifatto da capo così figo?
MILLENOVECENTOSESSANTANOVE. Come l’anno in cui Escher, incisore e grafico olandese, rispose sgarbatamente a Mick Jagger che aveva chiesto un suo disegno per la copertina di un disco dei Rolling Stones: ” (…) E vi prego di informare il sig. Jagger che per lui, non mi chiamo Maurits, ma M.C. Escher”.
Il museo di Santa Caterina, in Piazzetta Mario Botter 1 in centro a Treviso, ospita fino al 3 aprile 2016 la mostra dedicata a Maurits Cornelis Escher: un trip pazzesco, senza assumere sostanze illegali, di costruzioni impossibili, esplorazioni infinite, giochi di specchi, motivi e geometrie paradossali come quelle rappresentate nei suoi capolavori più noti come Mano con sfera riflettente, che son riuscita a fotografare di nascosto…
Per info, http://www.mostraescher.it
PRIMO. Primo, perché il radicchio tardivo di Treviso è stato il primo ortaggio a ricevere la denominazione IGP di indicazione geografica protetta. Sta indicare il nome di una regione, di un luogo determinato, o in casi eccezionali di un paese, che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare. Ma voi, lo sapete come si fa questo ortaggio? Lo sapete che dietro quello che viene chiamato fiore d’inverno c’è un lavoro pazzesco, tutto quanto a mano tra campi ghiacciati? I semi vengono piantati direttamente in campo tra fine giugno e la metà di luglio. Le cicorie (no, guai a voi a chiamarlo insalata..) poi crescono e con le prime brinate di novembre la crescita viene bloccata. Allora lo si raccoglie e le piante poi vengono letteralmente ammassate le une contro le altre e messe “in acqua” cioè in vasche alimentate da acqua di risorgiva alla temperatura costante di 12° C, coperte da teli, per una decina di giorni, per permettere la formazione del nuovo cespo ed far si che il cuore del radicchio rimanga bianco.. Trascorso il tempo necessario nelle vasche di forzatura, i mazzi di radicchio vengono deposti in appositi ambienti riscaldati per 2-
Noi siamo stati ospiti di Paolo Manzan, nella sua azienda agricola Nonno Andrea, un posto da sogno con punto vendita e con una cucina da urlo a Villorba, dove abbiamo assistito ad una lezione di cucina con lo chef vegan Martino Berrià.
OTTO. Come i tipi di birra che produce Ivan Borsato, nel suo micro birrificio Casa Veccia. Ovvero come la passione (e la botta di culo, che per un imprenditore è essenziale) portano all’eccellenza. 8 birre diverse dalle solite in commercio, birre con ingredienti non banali, come la Biancoperla, col mais bianco, la Babbo, con miele di castagno e anice stellato… E un pranzo incantevole, con tutti prodotti del territorio (menzione d’eccellenza per la caponata, ne ho mangiato una teglia). Atmosfera rilassata, chiacchiere, risate, buon cibo e ottima birra. E poi, Ivan ha il packaging più accattivante del mondo. dove la trovate una scatola di birra con la scritta Salva il mondo? E’ decisamente un supereroe, altrochè!
VENTI. Come il giorno di dicembre in cui aprirà al pubblico presso la casa del Giorgione la mostra ‘Ceramiche della collezione Varo’, una nuova sezione del Museo Civico dedicata alla Ceramica: verrà così esposta per la prima volta al pubblico una selezione di pezzi della collezione creata dal dottor Renzo Varo tra il 1946 e il 1966. Una collezione importante per la varietà degli oggetti esposti, il paradiso di ogni foodblogger: vasi, orci, ciotole, versatoi. Noi abbiamo avuto il privilegio di poterne vedere una piccola parte in anteprima, vi lascio una foto, insieme a qualche scatto di Castelfranco..
Un grazie di cuore al Consorzio tutela Radicchio Rosso di Treviso IGP e Radicchio Variegato di Castelfranco Veneto IGP, a Consorzio Promozione Turistica Marca Treviso, a Zeta Group e ad OrtoRomi per l’invito e la splendida organizzazione.
Un ultimo scatto, con le pazze di iFood con cui ho diviso questa esperienza… Il prima, nei campi con gli stivali sporchi di fango, ed il dopo, con tacco e accessorio rosso d’ordinanza per la cena di gala di #MarcaTrevisoInRosso!
(grazie mille a Monica per la foto di noi tutte nel campo di radicchio)
Bellissimoooo!! Ci siamo divertite troppo in mezzo a tutte le bellezze (e bontà) di Treviso e Castelfranco! Meravigliosa Marca Trevigiana! ^_^
Mi sembra d’essere ancora li, tra risate, ottimo cibo, mostre superbe e tanto, tantissimo radicchio.
E il tuo post è strutturato in un modo splendido, non didascalico e perfetto per raccontare la frenesia di quei tre giorni intensi!