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Di mamme naïf e di avanzi. Il migliaccio.

Sappiamo tutti che sono una mamma un po’ naif.
Insomma, non sono maniaca della pulizia, non uso il napisan, non sterilizzo ciucci e biberon da quando la nana ha fatto 3 mesi, lascio che si rotoli per terra, pure in aeroporto, non le lavo le mani ogni tre per due, le do da assaggiare qualsiasi cosa, non ho imbottito di gommapiuma gli spigoli dei mobili. Ha scoperto da sola che la terra della pianta della mamma fa schifo, che se si chiude le dita nei cassetti poi si fa male. Sa che la sgrido se sbatte i cd per terra, se infila le dita nelle prese di corrente, se quando le cambio il pannolino butta giù dal fasciatoio tutto ciò che le capita sotto mano. Certo, lo fa, ma lo fa quando mi giro. E’ furba, la nana.

Insomma, son convinta che debba essere libera di rotolarsi metaforicamente (e non solo..) nel fango, di mangiare qualsiasi cosa e non solo pappe insapori, di sbattere la testa e cadere.
E mi rende un sacco fiera, perché ha il mio stesso carattere. Rompimaroni, direbbe qualcuno, caparbia e curiosa, dico io. E impaziente come pochi. Non piange mai, se non quando ha fame e non è pronto. All’inizio dello svezzamento, insieme alla scorta per un anno di omogeneizzati di tutti i tipi, che son tutti là che preferisce la carne vera, avevo comprato il semolino, memore del fatto che da piccola io lo adoravo. Solo che non avevo preso quello da tati, versi nel liquido bollente, mescoli e via, avevo preso quello che si cuoce per una decina di minuti. Figuriamoci se posso aspettare 10 minuti, appena vede un fuoco acceso inizia ad urlare come un’aquila. Ha una fame atavica, e quindi il semolino finisce in un angolo. Con mezza busta ci ho fatto gli gnocchi alla romana, ma con l’altra metà?
Stamattina quindi mi son messa a cercare in internet, volevo un dolce da fare in un attimo, per finire la busta aperta. Voilà. Ho anche scoperto che è un dolce tipico napoletano per Carnevale, e quindi, detto fatto.
Migliaccio
250 g di semolino
550 ml di latte
550 ml di acqua
40 g di burro
180 g di zucchero
300 g di ricotta
4 uova
estratto di vaniglia
Portate ad ebollizione in una pentola antiaderente il latte, l’acqua, il burro e un cucchiaino di estratto di vaniglia. Versate a pioggia il semolino, mescolando con una frusta per evitare i grumi. Abbassate il fuoco e fate cuocere per una decina di minuti, continuando a girare per evitare che si attacchi. Spegnete e lasciate intiepidire.
A parte montate con le fruste le uova e lo zucchero, poi quando sono spumose aggiungere la ricotta eventualmente scolata del suo siero. Versate a poco a poco il semolino raffreddato e continuate a mescolare finché non ottenete un composto liscio.
Versatelo in uno stampo da 22 cm di diametro ben imburrato e mettetelo in forno già caldo a 180° per un’ora, o finché sopra non inizia a scurirsi. Fate raffreddare prima di mangiarlo. Se ce la fate.
Elisabetta Gavasso:
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