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Buon Natale, auguri, lacrime e torrone tenero!

Ok, ci siamo. Domani è Natale. Qui come al solito si festeggia in famiglia, ma quest’anno non saremo da noi. Si va dalla suocera, siamo solo 22. Ormai il menù è deciso, i regali sono sotto l’albero, le valigie sono pronte per partire per la montagna dopo la grande abbuffata, il frigo trabocca di cibo, pronto per essere antipastato per domani.
Questo blog va in vacanza per un po’, ci rivediamo nel nuovo anno. E allora non posso fare a meno di fare il mio bilancio dell’anno che sta per finire, che va tanto di moda fare i bilanci.
un 2013 che è iniziato sotto la pioggia di Bruxelles, a bere birra triplo malto nonostante la nana in panza, a sfondarsi di gaufres e a cercare tracce di un passato che è sempre lì.
un 2013 senza lavorare, che il mio cuore e la mia pressione sotto le scarpe si son messi d’accordo per farmi stare a casa prima di quanto avrei voluto.
un 2013 di cambiamenti fisici, di cosce magre come non mai, fi chili persi e di chili presi, di giro vita che si allarga a dismisura e che ora fatica a ritornare quello di prima.
un 2013 di dolore fisico inimmaginabile, e di sensazione di onnipotenza.
un 2013 di pianti, di ormoni ballerini, di occhi lucidi di lacrime e felicità.
un 2013 di baci sbavosi, di abbracci teneri, di mammmmmammamma e pappapapa (che ovviamente sta per pappa e non per papà)
un 2013 di vacanze low profile, ma un giro a Barcellona non ce lo facciamo mancare.
un 2013 con le tette al vento, ma non in spiaggia come gli anni scorsi, ma per una nana ciucciona.
un 2013 di solitudine, di speranze, di lacrime, di tristezza improvvisa, di chiusura, di momenti neri.
un 2013 di mail improvvise, di mail insperate.
un 2013 di speranza, di rinascita, di donne forti, di donne motivate, di donne vulcaniche, di donne che ce la fanno, di donne che mi sono d’esempio, anche se da lontano e senza conoscerle se non per averci chiacchierato per una sera.
un 2013 di cibo, di vino, di condivisione (e non solo sui social network)
un 2013 che finirà in casa, con la nana a nanna e qualche amico seduto al nostro tavolo per brindare a quello che più ci sta a cuore. La felicità, ovunque essa sia.
Una ricetta dell’ultimo minuto, una cosa che scalda il cuore. Il torrone tenero, spudoratamente copiato da qui, ma ovviamente rivisitato almeno negli ingredienti!
Torrone tenero
Ingredienti:
mandorle 200 g
nocciole 350 g
pistacchi 250 g
scorza di un’arancia grattugiata
1 cucchiaino di estratto di vaniglia home made
Per lo sciroppo:
acqua 60 g
di zucchero 200 g
 
Per la montata a caldo:
albume 80 g
miele 200 g di acacia
fogli di ostia (li trovate in farmacia)
1 termometro
 
Procedimento:

Prima di tutto tostate la frutta secca in forno preriscaldato a 120°e lasciatela in forno al caldo.

Mettete in un pentolino prima lo zucchero poi l’acqua, fate bollire a fuoco basso e portatelo a 135°(145° se si vuole un po’ piu’ duro) senza mescolare mai.
Contemporaneamente mettete in una bastardella gli albumi e il miele, fateli cuocere a bagnomaria montando con le fruste elettriche senza mai fermarsi, finchè non si stacca dalle pareti e non si sente il classico profumo di torrone.
Nella ricetta originale il pentolino con lo sciroppo raggiunge i 135° più o meno quando la montata a caldo è pronta, a me ci è voluto un po’ di più. Diciamo che per fare le due cose senza incasinarsi fatevi aiutare, io avevo il termometro che continuava a cadera dalla pentola, che era troppo bassa, santo marito che me lo teneva fermo. Mi ci son voluti un 40 minuti buoni.
Versate lo sciroppo a filo sul composto  e aggiungere a questo punto la frutta secca calda.
Mescolare bene, poi aggiungere la scorza dell’arancia grattugiata e la vaniglia, quindi lavorare con un cucchiaio di legno la massa finchè risulterà molto compatta (non fatelo con una spatola di silicone, che io ne ho rotte due). Preparate su un piano d’appoggio trasportabile (io uso il meraviglioso tagliere di legno dell’ikea) l’ostia, versate il composto, appiattitelo con le mani bagnate tentando di dare una forma quanto più regolare possibile, poi aggiungete la seconda cialda e pressate con un mattarello. Mettete fuori dalla finestra a raffreddare con il tagliere sotto, dopo mezza giornata tagliate con un coltello affilato bagnato d’acqua fredda. Impacchettate con fogli di carta trasparente alimentare, si conserva per circa un mesetto, in un posto freschissimo e asciutto.

Elisabetta Gavasso:
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